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martedì, Marzo 19, 2024

Fabio Gallo: chiesa e massoneria confondibili solo per comodo

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Fabio Gallo – Direttore Editoriale Gruppo ComunicareITALIA

A cura di Fabio Gallo – Direttore Editoriale/

Sono stato chiamato ad esprimere il mio parere sul tema della massoneria, sottoposta alla luce dei riflettori della Commissione Antimafia presieduta dall’On. Rosy Bindi. Nel dubbio, in verità, se analizzare la questione dal punto di vista dei miei studi nel campo dell’Antropologia o della Sociologia, o citare centinaia di testi di letteratura massonica, ho deciso invece, potendone disporre, di analizzare la questione dal punto di vista della mia brevissima esperienza, per quanto significativa possa essere, perché iniziata nel 1988 e finita pochi mesi dopo (30 anni addietro). La massoneria, ricordo al lettore, è un’associazione che si propone come patto etico-morale tra uomini liberi. Nulla a che fare con la Fede cristiana.
PRIMA
Ero già un Artista di fama internazionale, uno dei più amati e stimati dalla critica di livello e Stella della TV di Stato (RAIUNO) con grandi responsabilità professionali. Forse per questo e per il rigore che contraddistingue un Artista proveniente dalla grande scuola dell’Arte, la più severa come quella che scelsi, fui accostato da amici e invitato ad accedere al club service, a Roma, ove ho conosciuto intellettuali, grandi medici, studiosi, gente comune, uomini di buona volontà, prodighi nei rispettivi ambiti professionali. La conoscenza di tanta brava gente con la quale si entrava subito in contatto fraterno, mi faceva sentire accolto e abbracciato in un discorso immediatamente franco e diretto, oltre che maturo. Un modo di fare che rifletteva bene la promessa di fraternità.
POI
La mia esperienza, però, durò pochi mesi, a causa dell’impatto con una situazione davvero incresciosa che provocò, tale fu lo sgomento, l’immediata rinuncia a continuare la frequentazione. Ne uscii immediatamente quando a Cosenza, mia città d’origine, ricevetti una richiesta molto, molto “invadente” dalla più alta autorità del tempo e numero due nazionale. Una richiesta “grave” e in dicotomia con ogni sano principio. Da giovane cultore delle Arti, che degli ideali e delle sue sole capacità professionali ne faceva il bene stesso della sua esistenza, subii un trauma che per anni fu inconfessabile. So bene che pochi mesi non valgono per farsi un’idea, ma non nel mio caso. Ero venuto a contatto con il numero due d’Italia (parlo del GOI) il cui agire aveva nulla di morale. Tra l’altro a Cosenza, in altri ambienti legati invece all’Arcidiocesi, ricevetti da sacerdote molto noto, invito ad accedere ad una loggia locale frequentata anche da Donne. La cosa mi lasciò ancor più perplesso e confuso. Ero a conoscenza delle Stelle d’Oriente ma non sapevo che vi fossero templi nei quali Donne e Uomini lavorassero insieme, tanto mento insieme a sacerdoti della Chiesa cattolica.
DOPO
Nel 1993, un fortunato incontro con San Giovanni Paolo II, moderato dal Vicario per i Laici del Vicariato di Roma con il quale mi ero confidato, mi avviò verso qualcosa di più profondo che aveva rivoluzionato la mia coscienza, il mio modo di essere e di concepire l’esistente. Insomma, ci volle un Santo per mettere in ordine la mie idee, oggettivamente molto confuse. Dopo circa due anni iniziava la mia vita nuova da Assisi, Città di Chiara e Francesco aperta al mondo, ove compresi che la mia vera missione era semplicemente un’altra. Pagai caramente questa scelta, ma riscattai la mia vita da un mondo che aveva logica e buon senso solo in chi, al di là di qualsiasi forma di associazionismo, sarebbe stata comunque gente onesta e per bene. Il resto, era da cancellare. Non a caso, gli anni 93, 94 e a seguire, furono gli anni della diaspora dalle logge massoniche. Fenomeno che credo sia stato alla base del grande errore per il quale, al fine di ridare forza numerica alla massoneria italiana, si fece entrare chiunque, a danno dell’intera società civile, come dimostrano l’indagine della Commissione Antimafia e le molte e autorevoli conferme che giungono dal Procuratore Antimafia Nicola Gratteri e dall’attuale Procuratore Nazionale Antimafia Cafiero De Raho.
OGGI
Da Uomo, come tutti coloro i quali svolgono attività di club service e si pongono fini etici, rispetto anche i massoni onesti che credono e difendono i valori del genere Umano.
Da Cristiano, come ha ben specificato S. E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, posso affermare che i valori della massoneria afferiscono alla sfera morale, mentre quelli della Chiesa sono di natura spirituale. Essi, fanno riferimento a Dio Padre che è Misericordia, Carità, Amore. Del “prossimo”, ne fanno una aspirazione massima, mai una giustificazione. Per quanti sono in buona fede, ma conoscono poco la realtà cristiana, tutto sembra camminare nella stessa direzione. In verità, sono due viaggi diversi, verso destinazioni diverse, se non diametralmente opposti: l’uno, verso la conoscenza e la perfezione umana: la massoneria. L’altro, verso la Croce, cammino dello spirito, ove si ha coscienza della propria infermità dovuta alla natura umana e totale imperfezione. Ed è proprio la capacità di non presumere di essere perfetti che è la differenza sostanziale dei due percorsi, uno finito e l’altro infinito.
Oggi, da Cittadino che ha assunto anche responsabilità politiche innanzi al rovinoso crollo della politica e si trova tra i fondatori di un Movimento cattolico, grazie a questa esperienza di cui oggettivamente sarebbe stato meglio fare a meno, credo che il più grande merito che possa avere un cristiano, sia quello di vivere con intelligenza evangelica abbracciando nel dialogo tutti, attraverso un confronto aperto e rispettoso della dignità di chiunque. Ma sempre distinguendo i valori associativi, se pur nobili, dal percorso della fede e dello Spirito.
Sempre da Cittadino impegnato in politica, credo che la massoneria come ogni associazione, dovrebbe espellere ciò che determina il cancro della società e che risiede all’interno del suo corpo. Soprattutto, coloro i quali indossano abiti istituzionali attraverso i quali agiscono in maniera deviata e deviante. Lavoro difficile, ma indispensabile in ogni Associazione. Sono convinto, altresì, che lo Stato dovrebbe denunciare pubblicamente e indistintamente tutti i corrotti in generale ed impedire ad essi di riciclarsi nella Pubblica Amministrazione o nella vita politica del Paese. Diversamente, lo Stato non solo è parimenti responsabile, ma artefice. Ora, dalle indagini sulla massomafia, si vedrà se l’associazione massonica è più forte dello Stato. Se questi duecento nomi non usciranno, lo Stato avrà perso.
In conclusione, rispondo a chi riferisce che dalla massoneria non si esce mai. Sono tutte fesserie. Si tratta di una associazione. Si esce, eccome. Come lo scrivente trenta anni addietro, ne sono usciti migliaia e migliaia anche dopo 30 anni di massoneria. Gesù di Nazareth, d’altra parte, ci ha insegnato che si deve morire e rinascere ogni volta che abbiamo bisogno di cambiare. Che meraviglia!
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