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EXPO di Milano 2015: arrestato il Direttore Generale Angelo Paris con Primo Greganti e Gianstefano Frigerio

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Milano EXPO 2015 – arresti – in foto Primo Greganti

ILPARLAMENTARE.IT/

L’attività investigativa della Procura della Repubblica di Milano sta per davvero evitando che l’EXPO di Milano 2015, contrariamente alle speranze,  diventi simbolo di un’Italia corrotta e irriducibile.
Oggi un vero e proprio ‘terremoto’ giudiziario si è abbattuto sull’Expo, in programma tra un anno a Milano, a distanza di poco più di un mese dall’arresto di Antonio Rognoni, ex dg di Infrastrutture Lombarde, società coinvolta nella realizzazione delle più importanti opere pubbliche lombarde.

EXPO MILANO 2015: IN CARCERE UNO DEI MANAGER PIU’ IMPORTANTI
ANSA – E’ finito in carcere uno dei manager più importanti di Expo 2015 spa, il ”responsabile dell’Ufficio contratti”, Angelo Paris, e con lui anche due vecchi ‘protagonisti’ della stagione di Tangentopoli, Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, i quali assieme all’ex senatore di Forza Italia, Luigi Grillo, avrebbero creato una ”saldatura” tra imprese, cooperative e tutti gli schieramenti politici, da destra a sinistra fino alla Lega, per condizionare e assegnare appalti in cambio di tangenti.

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI MILANO EDMONDO BRUTI LIBERATI
”Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire ad Expo di ripartire al più presto”, ha chiarito il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, il quale, a chi gli ha fatto notare che questa era una delle inchieste citate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo nell’esposto contro di lui al Csm, ha risposto: ”Robledo non ha condiviso l’impostazione e non ha vistato gli atti”.

UNA VERA E PROPRIA “CUPOLA” PROMETTEVA AVANZAMENTI DI CARRIERA
Secondo il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e i pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, negli ultimi due anni avrebbe operato in Lombardia una vera e propria ”cupola” che prometteva ”avanzamenti di carriera”, grazie a ”protezioni politiche”, a manager e pubblici ufficiali disponibili a pilotare le gare a favore degli imprenditori che versavano le mazzette. E così nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Fabio Antezza, compaiono i nomi di numerosi politici, tra cui Silvio Berlusconi, che avrebbe ricevuto lo stesso Paris ad Arcore lo scorso febbraio, ma anche quello di Cesare Previti.

UN CENTRO CULTURALE SEDE SOCIALE DELL’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
”Non c’è nessun politico nazionale indagato, allo stato”, hanno chiarito i Pubblici Ministeri, spiegando, tra le altre cose, che la ”sede sociale” dell’associazione per delinquere (contestati anche i reati di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreto d’ufficio) si trovava a Milano in un centro culturale intitolato a Tommaso Moro. Centro di cui era presidente Frigerio, ex parlamentare Dc, già condannato ai tempi di ‘Mani Pulite’ e attualmente collaboratore dell’Ufficio Politico del Ppe a Bruxelles.

GREGANTI NOTO COME CONNETTORE DELLE MAZZETTE ROSSE
E se Frigerio, detto ”il Professore” o ”l’Onorevole”, dalle intercettazioni sembra essere stato in stretti rapporti con l’ex premier (”il mio capo mi ha chiamato ad Arcore”, diceva in una conversazione del 10 maggio 2013), Greganti, noto come il collettore delle ‘mazzette rosse’ più di 20 anni fa, nella ”cupola” era, come scrive il gip, il ”soggetto legato al mondo delle società cooperative di ‘area PD”’, le quali, come hanno chiarito i pm, venivano da lui protette e favorite negli appalti.

Anche Grillo, detto ‘Gigi’ e già coinvolto nell’inchiesta Bpi-Antonveneta, benché uscito più di un anno fa dal Parlamento ha mantenuto, si legge nell’ordinanza, ”intatta la capacità di relazionarsi ad alto livello con il mondo politico-parlamentare”, la vera ”leva”, secondo i magistrati, per ‘inquinare’ le gare. Così un importante appalto per l’Expo 2015 ”del valore di 67 milioni di euro” sarebbe stata aggiudicato ”in favore di un’A.T.I. partecipata da Celfa soc. coop. oltre che dalla Maltauro costruzioni s.p.a.”, società di Enrico Maltauro, imprenditore vicentino, anche lui finito in carcere. Si tratta della gara riguardante le cosiddette ”Architetture di servizio” e che sarebbe stata condizionata, secondo quanto riportato dall’ordinanza, in cambio di una ‘stecca’ da ”600mila euro da suddividersi in parti uguali” tra i partecipi dell’associazione , tra cui anche Sergio Cattozzo, ex segretario dell’Udc della Liguria (per Rognoni, invece, nuova misura di arresti domiciliari).Paris avrebbe riservato, secondo il gip, ”un trattamento preferenziale ad imprese di riferimento dell’associazione” in relazione anche ad altri appalti per l’Expo, tra cui quello relativo ”al ‘progetto vie d’acqua”’.

Poi anche il tentativo di condizionare altri appalti ”minori” dell’Expo, come quello dell’area parcheggi, e gli interventi sui dg di una serie di ospedali e sul progetto ‘Citta della Salute’ da 350 milioni, oltre all’appoggio continuo a Giuseppe Nucci, ex ad della società pubblica Sogin che si occupa dello smaltimento delle scorie nucleari. Nel settembre 2013 Cattozzo, parlando di una sfumata nomina di Nucci (indagato), diceva che anche Greganti ”era convinto che si potesse ancora correre su Nucci Presidente perché Pierluigi Bersani ha detto ‘io sono d’accordissimo”’.

 LE  REAZIONI POLITICHE

 “La politica non metta becco sulle indagini”, ha detto il premier Matteo Renzi. ”Sono convinto dell’assoluta necessità di assicurare assoluta pulizia”: lo afferma il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, dopo gli arresti per Expo. ”Per quanto mi senta addolorato da quanto successo, spero si possa procedere rapidamente nella realizzazione del crono-programma previsto” per Expo, aggiunge Maroni. “Su Expo vogliamo assoluta pulizia, spiace che certe facce del vecchio mondo siano ancora in giro”. Lo dice il segretario della lega Matteo Salvini in una dichiarazione in cui sottolinea di avere “assoluta fiducia nell’intransigenza e nella correttezza di Maroni”.

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