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martedì, Dicembre 10, 2024

Gianpiero Calabrese: il processo lungo è giustizia negata.

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Abbiamo chiesto all’Avvocato Gianpiero Calabrese del Foro di Cosenza di evidenziare in breve quali danni possono scaturire da una cattiva gestione processuale, a partire dai suoi tempi. Cos’è il “processo breve” e perché l’attuazione di regole serie e rigorose a partire dalla durata di processi è fondamentale anche per la tutela dei diritti dell’uomo, oltre che per un’efficace esercizio della Giustizia.

“Esprimere in poche parole comprensibili per tutti un tema così delicato ed importante per un Paese che possa dirsi (e voglia definirsi) giuridicamente avanzato è cosa ardua e sviante, almeno per coloro che non conoscono di diritto o meglio per coloro che non vivono il diritto nel suo esplicarsi quotidiano nei Tribunale d’Italia. Ma è una bella sfida di sintesi.
Il processo così come oggi si celebra nei Tribunali italiani non garantisce il diritto dei cittadini. Un processo che dura anni e anni non garantisce ne i cittadini ne lo Stato. Inoltre la brevità del processo è fondamentale per la giustizia del cittadino quale che sia la sua veste processuale,  presunto colpevole o presunta vittima del reato.
Il processo lungo è una forma di malessere che ha infettato l’intero sistema di giustizia italiano e oggi serve solo ad alcuni magistrati per riposarsi e distrarsi o ad alcuni avvocati per vincere i processi, tramite la prescrizione del reato. Un simile fare non può rappresentare la nostra Democrazia che richiede sacrifici quotidini e da parte di tutti.
Il processo lungo non è solo inefficace e dannoso ma anche molto costoso e resta a carico dei poveri cittadini che vedono lesi i loro diritti sia da imputati che da parti offese. I primi, gli imputati, vedono lesi i loro sacrosanti diritti alla difesa dove tra i punti fondamentali vi è quello di essere sottoposti ad un processo veloce per dimostrare eventualmente la loro innocenza ed uscire dall’incubo in cui si ritrovano; i secondi, le parti offese, debbono rinunciare al diritto di espiare la pena il prima possibile senza che passi un tempo pari alla vita di un uomo. Ciò consente anche a chi ha sbagliato di potersi redimere in una vita ancora possibile.
Il processo breve rappresenta i principi, i criteri morali e di diritto che fanno di una procedura giudiziaria un atto di giustizia e non, al contrario, un atto di ingiustizia.
La ragionevole durata del processo è fondamentale in uno Stato o ordinamento che si voglia definire di diritto, democratico e/o civile.
Il processo lungo, dunque, è giustizia negata.
Le carceri sono piene di cittadini – persone in attesa di giudizio – sulle quali lo Stato esercita quello che ritiene essere un suo dititto: la detenzione preventiva. Questa, detta anche “misura cautelare” rappresenta uno dei grandi scandali del sistema Italiano, vergogna rimproverata dall’ Europa e dal mondo.
In questo sistema di giustizia ove l’essere umano è ormai affidato alla casualità degli eventi la lunghezza del processo è ormai strumento, non più tollerabile di tortura e di gogne medianiche. Questo il motivo per cui la Giustizia oggi viene adottata quale strumento politico.
Il lungo processo diventa dunque ingiustizia soprattutto quando imputati sono quei cittadini piccoli e fragili che rimangono intrappolati nel contorto meccanismo dell’ingiustizia lenta ed onerosa.
Va inoltre sottolineato con forza che i cittadini che “subiscono” un processo i cui tempi si dilatano a dismisura dopo avere subito per anni anche un regime di misura cautelare, ne risentono per tutta la vita. Ciò significa che nella quasi totalità dei casi l’esistenza di questi cittadini si è mostrata finita dal profilo psicologico, economico e morale. Molti, infine, vengono alla fine assolti e l’ulteriore drammatico danno economico ricade sullo Stato che, giustamente, paga l’esoso costo delle pretese risarcitorie per ingiusta detenzione tanto più costosa quanto lunga è stata la detenzione preventiva frutto del processo lungo.
La brevità dei processi è fondamentale perché il colpevole autore del reato venga punito il prima possibile, e la parte offesa del reato veda soddisfatte le proprie pretese di “GIUSTIZIA”.

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4 COMMENTS

  1. UN IMBROGLIO CHIARO E TRASPARENTE – e gli italiani pagano il trionfo delle idiozie! Ovvero la colpa di non avere capito il significato di “conflitto di interessi” – il risultato?: – “processo breve” – “processo lungo”…. Una filastrocca di parole senza senso dedicate a una platea di ingenui e di cretini senza colpa, ma anche a complici disonesti che tacciono o fingono con commenti demenziali di avere capito tutto e …. Per chi non vuole rinunciare ad un arricchimenti facile a capirsi – pena la devastazione del paese in atto – lo stato continua ad andare a rotoli, fino al punto di tassare i cittadini colpevoli di ammalarsi o di essere pensionati – che schifo! – Questo governo e le sue leggi fatte da persone senza moralità, esclusivamente a favore di un arrogante padrone, che i suoi succubi servi – ben pagati – ha saputo scegliere con elevatissima competenza, ha portato il paese indietro di almeno settanta anni, divenendo un incubo che umilia tutti, specialmente dopo che gli italiani hanno chiesto a chiare lettere di non emanare più vomitevoli leggi ad personam perché favoriscono solo quei mafiosi che tengono in ginocchio lo stato, mentre un esercito di disoccupati aspetta sviluppo e lavoro ormai diventati un lontano ricordo, sviluppo e lavoro che per questo padrone sono soltanto fastidiosi intralci e una pericolosa perdita di tempo a sfavore dei suoi infiniti problemi con la giustizia che non finiranno mai.

  2. Complimenti avvocato. Un tema di grande attualità ma dovremmo, insieme, essere più incisivi. Profittiamo di questa testata che ci offre l’opportunità di condividere i nostri profili e parliamone. Potremmo chiedere al Parlamentare.it di organizzare una bella conferenza sul tema. Non sarebbe male. L’invito è lanciato.

  3. Confermo ogni parola dell’articolo. Mi complimento anche per la capacità di sintesi del collega che ha pur lasciato lo spazio che merita la drammaticità delle conseguenze del processo dai tempi infiniti. La riorganizzazione democratica del Paese non deve temere di dovere mettere seriamente mani a tutto il sistema giudiziario italiano. Altrimenti si continuerà solo a sperare.

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