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giovedì, Aprile 18, 2024

Indignati a Roma, Napoli, Milano, Bologna. Mario Draghi: Hanno ragione! Mondo in rivolta

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Mario Draghi - Indignati hanno ragione

I giovani hanno ragione a essere indignati” ma “a patto che non degeneri la protesta”. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in una conversazione informale con la stampa al G20. “Se la prendono con la finanza come capro espiatorio, li capisco, hanno aspettato tanto: noi all’età loro non l’abbiamo fatto“.

Gli indignato non sono ragazzini ma tra essi moltissimi genitori che non vedono il futuro per i figli in una società e in una classe politica che ha dimostrato di non avere saputo governare questo mondo. “Siamo senza alternative – afferma un padre di 60 anni. Per davvero non riesco a capire come possa mio figlio che con due lauree lavora in un call center, avere una vita serena e, soprattutto, una famiglia. Ora basta – afferma – le cose devono cambiare altrimenti le cambieremo noi”.
“La politica, se ci sarà, sarà alla fine del corteo . afferma una ragazza che sta organizzando insieme ai suoi amici per il migliore successo della manifestazione. La presenza della politica ci fa piacere perché questa manifestazione è anche perché loro possano capire quali sono i problemi di cui noi stiamo parlando. Intendiamo manifestare come sempre pacificamente ma purtroppo non possiamo garantire per le infiltrazioni possibili, come in ogni manifestazione. Noi intendiamo, però, manifestare tutta la nostra indignazione perché vogliamo un futuro”.

CHI ERANO FINO A IERI GLI INDIGNATI

Noi siamo gli indignati, gli anonimi, i senza voce. Eravamo in silenzio, in ascolto. Osservavamo. Ma non quelli che erano in alto, coloro che reggono le redini, ma un po’ ovunque, là dove siamo tutti e tutte in attesa del momento per unirci. I partiti, associazioni e sindacati non ci rappresentano. Non è tuttavia quel che ci auguriamo, perché ognuno rappresenta se stesso. Vogliamo concepire e costruire il migliore dei mondi possibili. insieme lo potremo e lo faremo. Senza paura. Le prime scintille sono scoccate nei paesi arabi, dove centinaia di migliaia di persone hanno occupato le piazze e le strade allo scopo di ricordare ai loro governi che il popolo detiene il vero potere. Poco dopo gli islandesi si sono impadroniti delle strade per esprimersi e decidere del loro avvenire; il popolo spagnolo non ha tardato a riempire piazze dei quartieri, dei villaggi e di altre città. Attualmente, la fiamma della contestazione si è propagata rapidamente ad altri paesi come la Francia, la Grecia, il Portogallo, l’Italia e la Turchia. Nel frattempo degli echi sorgono in America, in Asia e numerosi focolai di contestazione appaiono un po’ ovunque. I problemi sono globali e la rivoluzione sarà globale anch’essa, senza questo il nostro appello non potrebbe sussistere. Il momento è giunto di recuperare i nostri spazi pubblici per discutere e costruire tutti insieme l’avvenire. Popolo del mondo, alzati!!!”

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Manifesto politico degli Indignati

 

15 Ottobre 2011 – Sono arrivati in piazza della Repubblica a Roma i primi partecipanti alla manifestazione nazionale del movimento degli Indignati prevista per le ore 14. Zaini e sacchi a pelo alla mano sono giunti con i pullman da Milano alla stazione Anagnina e da qui si sono spostati nella zona di Termini. “La passione politica non ha prezzo – recita uno dei primi cartelli esposti in piazza – per tutto il resto c’é Berluscard”. “Siamo del popolo viola di Milano – dice Pino, tra i primi arrivati in piazza della Repubblica -. Siamo arrivati con dieci pullman alla stazione Anagnina e di qui alcuni sono andati a San Giovanni dove è in corso un’assemblea pubblica, altri stanno facendo un giro per Roma in attesa dell’inizio del corteo”. “Perché mi sento un indignato? – dice Pino – Perché mio figlio guadagna 700 euro al mese, assiste disabili ed è costantemente precario e non può costruirsi un futuro. Spero che oggi non ci siano scontri, ma la tensione credo sarà inevitabile”.

DEVASTATE CARROZZE TRENO A CASSINO, UN FERMATO – Alcuni manifestanti che intendevano partecipare al corteo degli Indignati a Roma hanno devastato due carrozze di un treno che dal sud li portava a Roma. E’ avvenuto all’altezza di Cassino, nel Frusinate, secondo quanto riferito dalla Polfer del Lazio. Una persona è stata fermata e 4 sono state denunciate.

INDIGNATI, ROMA CITTA’ BLINDATA

di Lorenzo Attianese

Tensioni a Roma e a Milano e una mobilitazione nazionale per la quale sono annunciate 100 mila persone a Roma in occasione della ‘giornata della rabbia’. Sale la ‘temperatura’ delle proteste in attesa del corteo degli indignati che oggi sfileranno in una Capitale blindata, dove si cerchera’ di scongiurare il rischio del ripetersi degli episodi dello scorso 14 dicembre, quando si scateno’ nella citta’ una vera e propria guerriglia urbana. Ieri a Roma gli studenti hanno improvvisato un corteo raggiungendo piazza Montecitorio e dopo la notizia dell’esito delle votazioni sulla fiducia al governo hanno lanciato uova contro la Camera. Poi hanno bloccato via del Corso seduti in strada per alcuni minuti. A Milano, invece, hanno sfilato duemila persone e una ventina di studenti hanno tentato di entrare nella sede meneghina della banca americana Goldman Sachs: hanno lanciato ortaggi e sacchi di immondizia dopo essere stati respinti da alcuni dipendenti. Alcuni momenti di tensione si sono verificati anche con la polizia che presidiava la sede della Fininvest.

Un crescendo di proteste che si spera non culmini nel corteo di oggi a Roma dove sono attese – secondo gli organizzatori – oltre 100 mila persone da tutta Italia, provenienti da 50 province diverse. Venti pullman sono previsti solo da Napoli. Il corteo partira’ intorno alle 14 da piazza della Repubblica, passando per via Cavour, i Fori Imperiali, via Labicana, fino a raggiungere piazza San Giovanni. E alla manifestazione parteciperanno anche alcuni politici, come il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti. In testa ci saranno i rappresentanti di varie realta’ sociali in lotta, dai precari ai cassaintegrati. A seguire anche esponenti dei centri sociali, movimenti e studenti. Tra di loro c’e’ il rischio che possano infiltrarsi alcuni ‘specialisti’ dei tafferugli, come alcuni ultras che potrebbero agire a volto coperto creando tensioni. I manifestanti non escludono comunque blitz a sorpresa e deviazioni annunciando una mobilitazione permanente con degli accampamenti, tipo tendopoli, nei luoghi simbolo della citta’, come i Fori Imperiali. La questura di Roma si prepara ad affrontare quindi una giornata difficile e delicata.

Il questore di Roma, Francesco Tagliente, ha firmato un’ordinanza per garantire la sicurezza della citta’. E’ previsto un dispositivo ”ad assetto variabile”, in continua evoluzione a seconda del cambiamento degli scenari volta per volta. Potrebbero essere circa 1.500 gli uomini delle forze dell’ordine impegnati. E’ stato elaborato per l’occasione un ”modulo operativo aperto”, per consentire la flessibilita’ e la rapidita’ dello spostamento dei mezzi e degli uomini delle forze dell’ordine cosi’ da assicurare la dinamicita’ e l’efficacia delle risorse impiegate anche di fronte ad eventi imprevedibili.

INDIGNATI:IN PIAZZA IN TUTTO MONDO, GUIDATI DAL WEB

di Michele Esposito

Il countdown è iniziato e rimbalza sul web a ritmi via via più sostenuti, dagli Stati Uniti all’India, dalla Spagna all’Italia. Oggi, in tutto il mondo, sarà la giornata degli indignati, il movimento che, partendo da Madrid è dilagato in una manciata di mesi nei 5 continenti chiamando a raccolta per il 15 ottobre studenti, precari, disoccupati, pensionati. Tutti, “uniti per un cambiamento globale”, come recita il titolo del sito internet del movimento internazionale. Ed è proprio il web il filo rosso che unisce questi ‘indignados’ planetari, abilissimi a diffondere la voce attraverso la rete, i social network, twitter. Il sito ‘United for a global change’ ha una pagina Facebook con più di 18mila iscritti. Il video-slogan del movimento, della durata di poco più di un minuto, è tra i più cliccati su Youtube e negli ultimi giorni ha fatto il giro del mondo. La clip inizia con una grande sveglia che suona per le principali città del pianeta, alterna le immagini dei ‘grandi’ della Terra a quelle delle proteste organizzate negli ultimi mesi in Grecia, Spagna, Nordafrica. “La situazione è intollerabile, il sistema è corrotto, l’indignazione globale”, indicano le scritte che si sovrappongono sulle immagini, al ritmo delle percussioni. Quindi, l’appello conclusivo: “é tempo di unirsi, è tempo che loro ci ascoltino, gente del mondo ribellatevi”. E ‘loro’, scrivono gli organizzatori sulla prima pagina del sito, sono “i politici e le elite della finanza” che “non ci rappresentano: devono sapere che siamo noi a decidere per il nostro futuro”, per una “vera democrazia”. Il richiamo degli ‘indignados’ parte da lontano, dall’ adunata di Puerta del Sol del 15 maggio. Ma, fin dal primo esordio, i manifestanti iberici avevano programmato una convocazione europea. Presto però la voce si è sparsa al di là degli oceani. Oggi gli indignati scenderanno in 951 città di 82 Paesi diversi. Sfileranno “pacificamente” a Madrid, Roma, Londra, Mumbai, Belgrado, Rabat riempiendo le piazze simbolo del potere dei quattro angoli del globo. A New York, gli ‘indignants’ di Wall Street hanno già da giorni occupato Zuccotti Park. Su Twitter, da tutto il mondo arrivano ringraziamenti, appelli dell’ultim’ora, aggiornamenti. E si legge come nell’arcipelago di Kiribati, in pieno Oceano Pacifico, le manifestazioni siano già cominciate. Il resto del mondo dovrà aspettare ancora una manciata di ore.

 

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