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QUO VADIS CALABRIA? Fibrillazioni e timori nei palazzi della politica

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Il Governatore della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti detto Peppe

Roma, a cura di V. Ermiterra – Che succede in Calabria? Non in quella dell’economia disastrata, dell’ambiente selvaggiamente aggredito, della sanità ancora e sempre allo sbando, della ricerca che non esiste, delle aziende che chiudono, dei disoccupati che si moltiplicano come una pestilenza, della precarizzazione e del lavoro nero,  dei cervelli e dei giovani talenti che partono per l’Europa, il Nord America e la Cina, riaprendo la ferita sanguinante dell’emigrazione. Quello che succede in questa Calabria, purtroppo, qualunque cosa dicano i suoi amministratori regionali e la sua deputazione carneade, lo sappiamo già: è una situazione drammatica, forse è già al punto di non ritorno.

COSA SUCCEDE IN CALABRIA?
Ci chiedevamo, invece, che succede nella Calabria istituzionale, attraversata da terremoti giudiziari in atto e prossimi venturi, di cui si avvertono le prime forti scosse nei Tribunali di Reggio e di Catanzaro, con l’osservatorio meteorologico politico regionale che mette in preallarme per possibili estensioni ai Palazzi di Giustizia cosentini.

Proviamo a ricapitolare.

IL CONSIGLIO PIU’ INQUISITO D’ITALIA
Dopo la legislatura precedente, quella segnata dalla fallimentare stagione di Loiero, nella quale il Consiglio regionale calabrese si era guadagnato la palma del più inquisito d’Italia, i calabresi hanno affidato le loro speranze di cambiamento e di futuro al giovane e rampante Giuseppe Scopelliti, catapultato sulla scena regionale e nazionale dopo due stagioni da  sindaco di Reggio Calabria intorno alle quali, con grande abilità mediatica, ha strombazzato a destra e manca, da nord a sud, un presunto “modello” Reggio.

Nella primavera 2010, Scopelliti, fu dunque eletto, a furor di popolo, governatore della Calabria. E da quel momento, molto poco con i fatti e assai di più con la propaganda, ha puntato ad accreditarsi come il nuovo che avanza, il salvatore della Patria.

Il dicembre 2010, sei mesi dopo, fu un mese nerissimo per il giovane governatore.

IL SUICIDIO DI ORSOLA FALLARA – SCOPELLITI CHIAMATO DA MAGISTRATI
Dapprima il suicidio della sua solerte dirigente del settore bilancio quand’era sindaco a Reggio, Orsola Fallara, indagata per via della liquidazione a se medesima di parcelle milionarie, per le quali, proprio di recente, il governatore, rispondendo ai magistrati titolari di un’inchiesta che sta andando avanti e che potrebbe riservare sorprese,  ha dichiarato che lui firmava faldoni di carte, documenti e delibere e certo non poteva verificare tutto quello che vi era scritto. Si fidava dei suoi dirigenti, lui. Ci mancherebbe altro!

L’ARRESTO DEL CONSIGLIERE PDL SANTI ZAPPALA’
Qualche giorno dopo quel tragico evento, su Palazzo Campanella – sede del Consiglio regionale – si abbatté la prima brutta tegola: l’arresto del consigliere PDL, eletto con una caterva di preferenze, Santi Zappalà, con l’accusa di aver ottenuto sostegno elettorale dal potente boss di S. Luca, Giuseppe Pelle. Con Zappalà, finirono in carcere diversi esponenti politici reggini del centrodestra, che avevano sostenuto le liste del governatore.

INIZIA DA COSENZA CAMPAGNA MEDIATICA DI RIACCREDITAMENTO DEL PDL
Quella tegola fu rapidamente riparata e il Presidente intensificò l’abile campagna mediatica puntando ad accreditarsi come il paladino del cambiamento e della legalità. Addirittura,  il PDL nel settembre 2011, caso unico nella storia regionale e nazionale,  ha voluto festeggiare il primo anno della vittoria elettorale con una grande manifestazione di piazza, a Cosenza, con pullman convogliati da ogni parte della Calabria e con il gotha del centrodestra in prima fila a guidare il corteo e cantare gli osanna. Ce n’era bisogno? Forse si presagiva qualcosa? Fatto sta che da li a poco sarebbero successe tante altre cose sulle quali vale la pena soffermarsi.

NUOVO PESANTE ARRESTO NEL PDL: FRANCO MORELLI
Due mesi dopo quel corteo, il 30 novembre del 2011, viene arrestato un altro grande plenipotenziario del PDL, il consigliere regionale Franco Morelli, accusato di corruzione e associazione mafiosa. Con lui il giudice Giuseppe Vincenzo Giglio presidente della Corte di Assise del tribunale di Reggio, mentre un altro magistrato, il Pm di Palmi Giancarlo Giusti era indagato per presunte offerte di viaggi ed escort ricevuti dai boss.  Morelli è ancora in carcere a Milano, avendo il Gip respinto le richieste di liberazione avanzate dai legali. Nel centrodestra, non solo regionale, adesso crescono le preoccupazioni: Morelli non è uno qualunque.

Ma l’annus horribilis di Scopelliti,  probabilmente, deve ancora venire.

LA COMMISSIONE DI ACCESSO ANTIMAFIA INIZIA GLI ACCERTAMENTI
Il 24 gennaio del 2012, a  Reggio Calabria cala anche la Commissione di Accesso antimafia, per “accertare la sussistenza di eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità”. Non è un provvedimento che il Ministero dell’Interno adotta a cuore leggero, specialmente quando si tratta di una grande città. Evidentemente ha in mano elementi pesanti e qualcuno, dalle parti dello Stretto, teme il fantasma dello scioglimento del Consiglio. Sarebbe la fine del decantato “modello Reggio”. Di conseguenza da un lato si ergono barricate gridando al complotti, dall’altro, si ostenta tranquillità e sicurezza.

GIUSEPPE SCOPELLITI INDAGATO PER LA SANITA’
Ma non è finita. Il 17 febbraio di questo stesso anno lo stesso Presidente calabrese informa la stampa di essere indagato a Catanzaro su vicende legate alla sanità. Proprio ieri il suo direttore generale Orlando, anch’egli indagato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il governatore incrocerà gli inquirenti il 14 marzo. Vedremo.

IL COLONNELLO ANTIMAFIA VALERIO GIARDINA ACCUSA PEPPE SCOPELLITI
Infine, è di questi giorni lo scontro di cui abbiamo già  scritto e sul quale torneremo – anche perché siamo certi che vi torneranno i magistrati – tra l’On Scopelliti e il Colonnello dei Carabinieri Valerio Giardina, già capo dei Ros di Reggio Calabria, che interrogato nell’Aula di Giustizia, durante il dibattimento del processo “Meta”,  ha dichiarato, senza mezze misure, che il governatore avrebbe fatto parte di una “lobby politico- mafiosa-affaristica”

L’INTERROGAZIONE DI ELIO BELCASTRO AL MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA
Questo è il quadro. Ed è davvero desolante. Nei giorni scorsi, a renderlo ancora più tenebroso, una sibillina interrogazione del deputato Elio Belcastro, grande elettore di Scopelliti ed esponente di “Noi Sud”, che chiede al Ministro di Grazia e Giustizia se non sia il caso di mandare ispettori alla Procura di Cosenza. Vi sarebbero – sostiene il parlamentare – indagini riguardanti alti livelli politici ed istituzionali che giacciono da troppo tempo nei cassetti dei Pm.

Che si aprano quei cassetti e si dia nuovo impulso alle indagini che più scottano: a Cosenza e in ogni tribunale calabrese, per far luce sulle “zone grigie”, che – ha ragione Belcastro – non sono purtroppo circoscritte ai territori della sua provincia.

Ben venga quest’accelerazione, purché a  Reggio si continui alacremente a lavorare per accertare la verità. Nient’altro che la verità.

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