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sabato, Luglio 27, 2024

Indennità dei parlamentari e non solo.Tutta l’Italia firma: NO AGLI STIPENDI D’ORO

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Servizio Gruppo Comunicare Italia.it. Il tenore di vita in forte ribasso degli italiani nonché la povertà delle famiglie ha fatto sì stavolta che neanche il caldo torrido impedisse ai cittadini di firmare in numerosissimi il referendum ad esempio circa l’abrogazione parziale e totale della legge per le indennità parlamentari. I cittadini italiani sono stanchi degli stipendi d’oro di chi ha governato pochi anni di contro ai sacrifici giornalieri che le famiglie sono chiamate sempre più a sostenere e, come minimo, in proporzione al numero di decenni che taluni cittadini, tra gli altri, hanno speso lavorando presso aziende o pubblica amministrazione per ottenere la pensione, spesso imparagonabile agli sforzi di attività. Attesi anche i provvedimenti persino verso i dipendenti della pubblica amministrazione.

Tutti i cittadini italiani, infatti, possono aderire e siglare alcuni referendum indetti da diversi comitati, anche con modalità differenziata da territorio a territorio ma contribuendo al raggiungimento del quorum.

Il Gruppo Comunicare Italia, considerata l’informazione poco chiara che circola in rete e tra le istituzioni circa tali referendum e quesiti, rende noto nelle linee essenziali le opportunità di adesione ed i contenuti, affinchè le possibilità di partecipazione del cittadino alla vita del Paese sia più democratica.

Siamo partiti nella nostra inchiesta prendendo come unità di misura la capitale, Roma, e alcuni municipi.

Si precisa che al Gruppo Comunicare Italia, occupandosi di informazione etica e corretta in rete, non interessa la natura politica, se così è, dei comitati o dei cittadini che l’hanno composti, essendo il Gruppo di proprietà della Fondazione Paolo di Tarso, apartitico e apolitico, ma il valore dei referendum, la possibilità di partecipazione dei cittadini italiani, il contenuto dei quesiti, la data di scadenza per dare voce agli italiani ed al loro desiderio di migliorare il nostro Paese e le condizioni di vita delle famiglie nella nostra florida terra.

 Primo referendum. Quesito: “Per l’abrogazione della legge 31 ottobre 1965, n. 1261 sulla determinazione delle indennità spettanti ai membri del Parlamento”. Firma entro il 26 luglio 2012.

E’ partita la raccolta firme per il referendum (abrogazione art. 2 – legge 1261 del 1965) per tagliare gli stipendi d’oro dei parlamentari. Ogni cittadino può firmare presso l’Ufficio Elettorale del Comune di residenza entro il 26 luglio per raccogliere almeno 500.000 firme su territorio nazionale.

In maniera informale si ritiene che la scadenza di tale referendum venga prorogata eppure i cittadini hanno letteralmente sgomitato per avere i moduli, che addirittura, stanno finendo nei municipi per l’abbondanza delle richieste di firma.

L’iniziativa di cui si parla poco o con coordinate variegate è stata annunciata dalla Gazzetta Ufficiale del 20-4-2012 n. 93 e corretta nella Gazzetta Ufficiale del 26-4-2012 n. 97 e ancora nella Gazzetta Ufficiale del 28-4-2012 n. 99.

“I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare abrogativo – ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e in applicazione della legge 25 maggio 1970, n. 352, sul seguente quesito: ‘Volete voi che sia abrogato l’art. 2 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, determinazione dell’indennità spettante ai membri del Parlamento, pubblicata sulla G.U. del 20 novembre 1965, n. 290?”.

“I sottoscritti firmatari sono informati ai sensi dell’art. 13 decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (in materia di protezione dei dati personali), che i promotori della sottoscrizione, di cui alla G.U. del 20-4-2012 n. 93 e corretta Gazzetta Ufficiale del 26-4-2012 n. 97 e ancora nella Gazzetta Ufficiale del 28-4-2012 n. 99, con sede in via Aurelia 145 – 00165, Roma, sono titolari dei dati compresi in questa dichiarazione. Sono altresì informati che tali dati saranno utilizzati per le sole finalità proprie del referendum di cui al quesito sopra descritto, secondo modalità a ciò strettamente collegate. Sono altresì informati della facoltà di esercitare i diritti previsti dagli articoli 7,8,9,10 del decreto legislativo del 30 giugno 2003, n. 196”.

Una parte di questo testo, corretto, circola in rete ad opera dell’Unione Popolare, il Movimento promotore referendum per le indennità parlamentari.

Secondo referendum. “Per l’abrogazione parziale della legge 31 ottobre 1965, n. 1261 sulla determinazione delle indennità spettanti ai membri del Parlamento”. Firma prorogata al 20 agosto 2012.

Al Movimento dell’Unione Popolare (Via Aurelia 145, 00165, tel. 06.6390095) fa riferimento un’altra possibilità: firmare il referendum circa “l’abrogazione parziale della legge 31 ottobre 1965, n. 1261 sulla determinazione delle indennità spettanti ai membri del Parlamento”, iniziativa annunciata sulla Gazzetta Ufficiale n. 96 del 24/04/2012.

“I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare abrogativo ai sensi dell’Art. 75 della Costituzione e in applicazione della legge 25 maggio 1970, n. 352 e successive modifiche ed integrazioni sul seguente quesito: “Abrogazione parziale della legge 31 ottobre 1965, n. 1261 sulla determinazione delle indennità spettanti ai membri del Parlamento”. Volete voi che sia abrogata la legge 31 ottobre 1965, n. 1261, determinazione della indennità spettante ai membri del Parlamento, limitatamente alle seguenti parti?: Art. 1, comma 1, limitatamente alle parole: “1. Comprensive anche del rimborso di spese di segreteria e di rappresentanza”. Art. 2, comma 1, limitatamente alle parole: “1. Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma”. Art. 2, comma 2, limitatamente alle parole: “2, Gli Uffici di Presidenza delle due Camere ne determinano l’ammontare sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese ed in misura non superiore all’indennità di missione giornaliera prevista per i magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di cassazione ed equiparate”. Art.3, comma 4, limitatamente alle parole: “4. Restano in ogni caso escluse dal divieto di cumulo le indennità per partecipazione a Commissioni giudicatrici di concorso, a missioni, a Commissioni di studio e a Commissioni di inchiesta”. Art. 4, comma 2, unitamente alle parole: “Qualora il loro trattamento netto di attività, escluse le quote in aggiunta di famiglia, risulti superiore ai quattro decimi dell’ammontare dell’indennità parlamentare, detratti i contributi per la Cassa di previdenza per i Parlamentari della Repubblica e detratte altresì l’imposta unica sostitutiva di quelle di ricchezza mobile, complementare e relative addizionali e l’imposta sostitutiva dell’imposta di famiglia, è loro corrisposta, a carico dell’Amministrazione presso cui erano in servizio al momento del collocamento in aspettativa, la parte eccedente”. Art. 4, comma 3, limitatamente alle parole “3. Sono comunque sempre corrisposte dall’Amministrazione le quote di aggiunta di famiglia”. Art. 4, comma 4, limitatamente alle parole: “4, se non per anzianità”. Art. 4, comma 5, limitatamente alle parole: “5, Allo stesso sono regolarmente attribuiti, alla scadenza normale, gli aumenti periodici di stipendio”. Art. 4 comma 7, limitatamente alle parole: “7. Il periodo trascorso in aspettativa  per mandato parlamentare è considerato a tutti gli effetti periodo di attività di servizio e computato per intero ai fini della progressione in carriera, dell’attribuzione degli aumenti periodici di stipendio e del trattamento di quiescenza e di previdenza”. Art. 4, comma 8, limitatamente alle parole. “8 Durante tale periodo il dipendente conserva inoltre per sé e per i propri familiari a carico, il diritto all’assistenza sanitaria e alle altre forme di assicurazione  previdenziale di cui avrebbe fruito se avesse effettivamente prestato servizio”. Art. 5, comma 3, limitatamente alle parole: “3, L’indennità mensile e la diaria  per il rimborso spese di soggiorno prevista  dall’art. 2 sono esenti da ogni tributo e non possono comunque essere computate  agli effetti dell’accertamento del reddito imponibile e della determinazione dell’aliquota per qualsiasi imposta o tributo dovuti sia allo Stato che ad altri Enti, o a qualsiasi altro effetto”. Art. 5, comma 4, limitatamente alle parole: “4. L’indennità mensile e la diaria non possono essere sequestrate o pignorate”.

Dall’Ufficio Protocollo del Segretariato Generale di Roma Capitale risulta che la data di scadenza dell’abrogazione parziale delle indennità dei membri del Parlamento sia stata prorogata ufficialmente al 20 agosto.

Secondo le informazioni del medesimo Ufficio i cittadini italiani possono votare nella città di residenza e relativi municipi ma anche in altre città d’Italia, ove poi il Comune invierà e provvederà a far unificare i dati. Pertanto chi si trova in vacanza o al di fuori del proprio luogo di residenza e di competenza elettorale si informi per firmare presso il comune della città in cui si trova, con le opzioni date da quella città, semplicemente con un documento di riconoscimento.

 A Roma è possibile votare nei municipi, ciascuno con orari diversi da verificare anche sul siti istituzionale di ciascuna circoscrizione, www.comune.roma.it,  o telefonando e nell’Ufficio Protocollo del Segretariato Generale di Roma Capitale, dove vengono vidimati e depositati gli atti, in Via del Campidoglio 1, tel. 06.67103045, in questo caso tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.00.

A Roma i cittadini possono anche richiedere altri 8 referendum specificati sul sito www.romasimuove.it, su certificazione degli uffici di Roma Capitale, come da numero info 06.06.06, e recarsi a firmare nei municipi ed all’ufficio protocollo con le stesse modalità, per il raggiungimento del quorum di 50.000 firme affinchè “Roma si muova” e cambi su iniziativa di diversi comitati. Telefonare anche per questi 8 referendum come da informazione Ufficio Protocollo Roma Capitale allo 06.67104659.

Regione Lazio. Primo referendum. Nella Regione Lazio sono stati promossi referendum “Per l’abrogazione delle norme che prevedono l’Istituto del vitalizio per i Consiglieri e gli Assessori della Regione Lazio (L.R. 16.03.1973, n. 7)”. Scadenza firme 5 settembre 2012. Quesito: “Volete che siano abrogati gli articoli 6,7,10,11,12,13,14,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25 della legge regionale 16 marzo 1973, n. 7, recante ‘Determinazione delle indennità, rimborsi spese e norme sulla previdenza dei Consiglieri della Regione Lazio?”.

Regione Lazio. Secondo referendum. “Per l’abrogazione delle norme che prevedono l’istituto del vitalizio per i consiglieri e gli assessori della Regione Lazio (L.R. 2.05.1995, n. 19). Scadenza firme 5 settembre 2012. Quesito: ‘Volete che siano abrogati gli articoli 1, comma 1, limitatamente alla lettera d); 6, commi 1-1-bis e 3, limitatamente alle parole’ nella misura di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo’ e alle parole ‘ dell’assegno vitalizio e’; 8; 9; 10, limitatamente ai commi 1,1 bis, 2,3,4, nonché 5, limitatamente alle parole ‘e dell’assegno vitalizio’; 11;12;13;14 della legge regionale 2 maggio 1995, n. 19, recante ‘Disposizioni in materia di indennità dei consiglieri regionali’?

E’ possibile siglare altri referendum tra cui il quorum 0 per più democrazia che scade il 14 agosto o un referendum sull’acqua che di fatto è una firma alla privatizzazione dell’acqua.

Senza polemica bensì a titolo squisitamente informativo, ogni firma merita di essere promossa se indispensabile contro gli eccessi, gli sprechi, la povertà degli italiani e gli italiani pare proprio che lo abbiano capito, con tutto il rispetto delle Istituzioni che rappresentano i cittadini, in cui bisogna continuare a credere, e che sponte dovrebbero essere le prime, con opzione legislativa apposita e idonea, a tirarsi indietro a beneficio della collettività che le ha delegate.

Ricordiamo che i referendum con raccolta di firma (L.352/70) è un diritto sancito dall’art. 75 della Costituzione e non può essere per questo oggetto di limitazione da parte di alcuno.

Grazie alle idee oggettive, a coloro che le hanno, a tutti e a tutti i volontari che credono nel bene dell’Italia e che proseguono a lavorare, ciascuno al loro posto, con tutte le loro capacità e competenza professionale, con intelligenza, con sano desiderio di cambiare.

 

A cura di Viviana Normando

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