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Crisi: 68% degli italiani ha tagliato pasti nei ristoranti

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Crisi: 65% Italiani tagliano pasti nei risoranti e risparmiano in casa
Crisi: 65% Italiani tagliano pasti nei risoranti e risparmiano in casa

di F.G.

Ecco come una Nazione diventa povera mentre l’Italia della politica non riesce a risolvere i suoi problemi. Una discesa libera che, superato il punto di non ritorno, indurrà una importante percentuali di italiani a doversi rendere conto del fatto che il futuro non c’è, perché per costruire il futuro di una intera società è necessaria una politica coesa e lungimirante che pensa solo ed esclusivamente alla crescita. Il dubbio, però, che pochissimi sappiano cosa significhi “crescita” è legittimo e di certo vedremo che scoperti gli altarini ormai prossimi, tutti ce ne renderemo conto.

ASCA – Per effetto della crisi il 68 per cento degli italiani ha tagliato i pasti fuori casa nei ristoranti, al bar in trattoria o in pizzeria mentre il 60 per cento ha anche ridotto le spese per l’intrattenimento con una netta tendenza al peggioramento rispetto allo scorso anno ed effetti drammatici sulle imprese e sull’occupazione, evidenziati anche da Confesercenti. C’e’ un 57% degli italiani, poi costretto a tagli anche nei prodotti domestici di largo consumo.

COLDIRETTI: 68% DEGLI ITALIANI HA TAGLIATO PASTI NEI RISTORANTI
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Nielsen relativi al secondo trimestre 2013
dai quali si evidenzia il rischio di alimentare ulteriori effetti recessivi al consumo con l’aumento dell’aliquota Iva che scatta il primo ottobre. Minori acquisti riguardano infatti – sottolinea Coldiretti in una nota – dal 68 per cento dei consumatori che hanno tagliato sull’abbigliamento al 43 per cento che usano meno l’auto ma anche il 57 per cento degli italiani che per risparmiare e’ stato costretto a scegliere a prodotti piu’ economici nel largo consumo. Un esempio eclatante – precisa Coldiretti – e’ rappresentato dal fatto che per la prima volta dal loro arrivo in Italia si e’ addirittura ridotta la spesa degli italiani per l’acquisto di insalate pronte fresche e confezionate (IV gamma) che erano state immuni dalla crisi ed in grado di esprimere fino ad ora tassi di crescita anche a due cifre.
Per questi prodotti – riferisce Coldiretti – si e’ verificato un crollo record della spesa del 7,5 per cento nei primi otto mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2012 secondo l’Ismea. Gli italiani adesso preferiscono passare piu’ tempo in cucina a lavare e tagliare l’insalata e sottrarre tempo al tempo libero pur di contenere i budget familiari. Fino alla fine del 2012, gli acquisti delle verdure di IV gamma – ricorda Coldiretti – hanno registrato un costante trend in crescita, complici l’elevato contenuto di servizio e la praticita’ d’uso che ne hanno fatto impennare i consumi del 380 per cento in dieci anni nonostante prezzi decisamente piu’ elevati rispetto al fresco tradizionale. A preoccupare per i prossimi mesi e’ quindi – sostiene la Coldiretti – l’aumento dell’aliquota Iva che avrebbe un effetto valanga sull’88 per cento della spesa degli italiani che viene trasportato su strada, a seguito del rincaro del costo del carburante.

L’innalzamento dell’aliquota dal 21 al 22 per cento – evidenzia l’associazione di caegoria – colpisce direttamente i bicchieri degli italiani con rincari dalle bevande gassate ai superalcolici, dai spumanti alla birra, dai succhi di frutta al vino, fino all’acqua minerale, mentre sono esclusi la maggioranza dei prodotti di largo consumo come frutta, verdura, carne, latte e pasta. In realta’ ad essere coinvolto e’ l’intero sistema economico. Se si vuole ripartire il primo punto da affrontare – conclude la Coldiretti – e’ quello di non penalizzare ulteriormente i consumi riducendo ulteriormente il potere di acquisto, compromesso dalla crisi

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