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Aleppo: i bambini pagano la follia umana. Uccisi in 4.500. Le immagini di Omran entrano nel mondo

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Fabiohttp://www.fabiogallo.info
Classe 60, esperto di gestione della conoscenza e media digitali. Ha fondato la Città della Pace. Cura i Rapporti Istituzionali della Fondazione Culturale "Paolo di Tarso". Esperto dell'ITS IOTA Istituto di Alta Formazione per il Turismo e l'Ospitalità allargata della Puglia. Fondatore del Digital Cultural Heritage Museum dedicato al Patrimonio culturale italiano in chiave visuale. Fondatore e Direttore Editoriale delle Testate Giornalistiche del Gruppo ComunicareITALIA. Portavoce del Movimento Sturziano NOI. Dispone di elevate competenze tecniche multidisciplinari, pensiero organizzativo ed innovativo, coniugato a forte pragmatismo logico, a spiccate doti comunicative, alla gestione di progetti e compiti complessi, con elevata capacità d’analisi e di ascolto. Forte propensione al lavoro in gruppo, in cui nel ruolo di teamleader presta attenzione allo stato motivazionale ed alla sua compattezza. Visita il Blog: www.fabiogallo.info

aleppo, omran, guerra
Aleppo: il piccolo Omran

Introduzione di Fabio Gallo/

Il suo nome è Omran Daqneesh. La sua immagine insanguinata e coperta di polvere sta facendo il giro del mondo. Un volontario lo ha estratto dalle macerie, immediatamente dopo l’ultimo dei tanti bombardamenti e lui, piccolo e cosciente, è seduto in silenzio in ambulanza in attesa di aiuto. L’immagine di questo bambino è un nuovo monito al mondo e alla sua indifferenza rispetto alla guerra in Siria. Ma di cosa stiamo parlando? Parliamo di morte, della morte di migliaia di bambini. Ad oggi sono 4.500 solo ad Aleppo, nel nord della Siria. Dalla storia del mondo abbiamo imparato che quando il Mediterraneo è in fermento ne risente tutto l’occidente. E così è, ma non sappiamo cosa succederà di preciso. Una cosa è certa: le guerre si combattono per acquisire potere, sopravvivere agli altri. Ma non è la strada giusta. Lo sappiamo tutti. Intanto si ritorna agli armanenti, a produrre armi sofisticate, a spolverare i protocolli nucleari, a non pensare che la fine di un Paese è solo l’inizio della fine di tutti. Ciò che fa paura più di ogni altra cosa è l’impotenza delle organizzazioni internazionali rispetto all’assordante frastuono dei bombardamenti. Non rimane che contare i morti. Le parole del cameramen Mustafa al Sarouq che ha girato la scena che sta facendo il giro del mondo, non lasciano dubbi: bisogna fermare a tutti i costi la guerra ad Aleppo.

Le immagini diffuse da tutti i media del mondo mostrano  Omran  trasportato a braccia e momentaneamente seduto nell’ambulanza con le sue braccia paffute e le gambe sospese. E’ un bambino, ha cinque anni e i suoi piedini non toccano terra. Insanguinato e pieno di polvere dei calcinacci esplosi dalle bombe non piange, neanche una lacrima, ma asciuga con la sua manina il sangue che gli scorre dalla tempia sinistra.

Questa scena è uscita dalla quotidianità di Aleppo per entrare nel mondo e lasciare che si interroghi su quale mondi si stanno contendendo che cosa. Una cosa è certa: le guerre le pagano sempre i civili, i bambini e quasi sempre non producono se non distruzione e ingiustizia.

Ma questa guerra ci mostra il lato oscuro della nostra umanità, l’incapacità di reagire, i limiti delle grandi organizzazioni e, probabilmente, il loro reali limiti.

“La verità è che l’immagine che si vede oggi si ripete ogni giorno ad Aleppo”, ha detto Mustafa al Sarouq, un cameraman di Aleppo Media Center, che ha filmato il video e ha riferito a Nima Elbagir di CNN via Skype. “Ogni giorno ci occupiamo di questi massacri e questi crimini di guerra a Aleppo. Quando andiamo nei luoghi che sono stati effettuati bombardamenti, gli aerei di regime volano in cerchio per bombardare nuovamente e uccidere anche le persone che stanno cercando di dare soccorso”.

Dai dati forniti dall’Osservatorio siriano per i diritti umani dal 15 marzo 2011 al 18 agosto 2016 i civili uccisi sono più di 18.000, solo nella provincia di Aleppo.

“Il mondo intero è in silenzio di questi crimini a Aleppo contro donne e bambini”, ha detto Sarouq alla giornalista della CNN. “Ci sono migliaia di bambini come Omran che vengono bombardati quotidianamente, uccisi ogni giorno … ogni giorno questa città viene colpita con ogni tipo di arma, con ogni tipo di crimine. le condizioni di vita sono terribili. l’unica via d’uscita dalla città è del tutto inutilizzabile. Chiediamo al mondo intero questo regime e le milizie che stanno uccidendo i bambini e in particolare i figli di Aleppo. I crimoni di Aleppo devono essere fermati. “

LA RICHIESTA DELLE NAZIONI UNITE PER FERMARE LA VIOLENZA IN ALEPPO

Giovedì la Russia si è dichiarata pronta a sostenere una chiamata dall’inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura per fermare la violenza in Aleppo e consentire la distribuzione di aiuti umanitari.

A dichiararlo è stato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha detto ai media russi.”Rispettando i principi internazionali del diritto umanitario e con l’intenzione di estendere la bilancia della missione umanitaria in Aleppo, il Ministero della Difesa russo è pronto a sostenere la proposta di de Mistura in merito alle 48 ore a settimana di cessate il fuoco per rendere possibile le missioni umanitarie di consegnare ai cittadini cibo, medicine e di ripristinare i servizi vitali distrutti nel corso dei bombardamenti dei ribelli “.

Siria e Russia hanno annunciato alla fine di luglio l’apertura di corridoi umanitari per le persone che intendono fuggire da Aleppo ma sull’argomento. Staffan De Mistura ha detto che l’introduzione di tali misure dovrebbero essere lasciate alle Nazioni Unite e ai suoi partner, aggiungendo che non si può costringere nessuno ad abbandonare la propria città.

Nel frattempo, i dettagli della guerra in Siria sono stati evidenziati da Amnesty International che parla di condizioni strazianti per i detenuti e di metodi brutali di tortura, tra cui lo stupro, la violenza sessuale, la fustigazione, e scottature. Unicef, l’agenzia Onu per l’infanzia, stima che almeno 10 milioni di bambini sono stati colpiti dal conflitto in Siria.

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