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venerdì, Dicembre 13, 2024

Calabria, corrotti temono “mega blitz giudiziario”. La politica trema

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La Giustizia
La Giustizia

L’inchiesta “Lande Desolate” della DDA di Catanzaro coordinata dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, ha disorientato i sistemi di potere in Calabria. Siano ad un istante prima che al Presidente della Regione Calabria Gerardo Mario Oliverio (PD) si notificasse l’ordine di obbligo di residenza nel suo paese d’origine, nessuno, ma per davvero nessuno, avrebbe potuto immaginare che ciò accadesse ad uno degli uomini considerati più influenti. Eppure, è accaduto.

Ora, a tremare per davvero, è tutto il mondo della politica regionale e non solo della sinistra perché, si sa, la corruzione politica in Calabria scorre nel fiume sotterraneo dei fondi pubblici dove tutti attingono: politici, massoneria deviata e ‘ndranghetisti che oggi potrebbero pagare il conto chiamato da diverse procure calabresi e non solo. Il Civismo, quello vero, è allertato e pronto a colmare il vuoto strategico che potrebbe creare un massivo arresto di politici, dirigenti e funzionari a vari livelli. Insomma, si parla di un possibile riscatto morale della Calabria dalla corruzione che in un paio di anni potrebbe portare a numerose centinaia di arresti.

Ecco cosa riporta il Giornalista Pasquale Motta di LaC NEWS24.it

Il Giornalista Pasquale Motta
Il Giornalista Pasquale Motta

“Nei luoghi della politica calabrese, nei palazzi del potere, nei corridoi delle sedi legislative non si parla d’altro. Un Big bang delle inchieste, la madre di tutte le indagini a firma delle Procure più pesanti della regione potrebbe abbattersi sulla politica e cambiare radicalmente il quadro politico regionale.

Mutuando una frase storica dei tempi del Manifesto comunista, potremmo dire che “uno spettro si aggira sulla politica in Calabria: lo spettro del mega blitz giudiziario”. Un Big bang delle inchieste, la madre di tutte le indagini a firma delle Procure più pesanti della regione. Contro lo spettro del comunismo in Europa si erano coalizzati, “il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi”(…) in questo caso, invece, la politica calabrese, reagisce con la paura, con l’ansia, con le strette di spalle, con il silenzio.

Il timore è sussurrato dietro una finta calma apparente. E tuttavia, nei luoghi della politica calabrese, nei palazzi del potere, nei corridoi delle sedi legislative non si parla d’altro. I big ti avvicinano sottovoce per chiederti se hai sentito dire che da un momento all’altro una raffica di arresti potrebbe colpire pesantemente la politica e la Pubblica Amministrazione, i comuni. Una situazione nella quale, spesso, i cronisti vengono intervistati, invece di intervistare, nella speranza che possano fornire smentite o conferme alla sensazione che si respira. Quello che si percepisce chiaramente, è la manifestazione di uno stato di angoscia, soprattutto, in alcuni potenti calabresi, i quali, sembrano degli zombi nell’affannosa ricerca di una rassicurazione, magari propedeutica al training autogeno assistito.

“Si dice che siano 204 i provvedimenti già firmati – afferma qualcuno – no no, sono oltre 350” – rettifica qualcun altro – “ma sai se riguardano la regione? –chiede preoccupato qualche altro papavero del potere – “da quanto ne so la prossima retata riguarda Cosenza” – risponde, invece, chi vuole dare l’impressione di avere notizie più fresche -. Queste sono alcuni dei ragionamenti nei quali ti imbatti nei luoghi bazzicati dalla politica o nelle sagrestie dei santuari del potere in salsa calabra. E, tali ragionamenti non è raro sentirli anche oltre Regione, nel transatlantico di Montecitorio, nel quale si sostiene che in Calabria qualcosa di “tragico” possa azzerare gli equilibri tradizionali della politica regionale.

Sono in molti a chiedersi se lo stato di ansia che si è diffuso nel mondo della politica abbia qualche fondamento, oppure, è il frutto della fantasia spinta di chi tenta di tenere in fibrillazione la fase politica. I riflettori sono tutti puntati sul Super Procuratore della Calabria: Nicola Gratteri. Politici, imprenditori, giornalisti, da tempo, ormai, non si limitano solo a registrare le esternazioni del Magistrato, ma ne analizzano anche le sillabe, nella speranza di trovare qualche conferma alle voci che circolano costantemente. Interpretare cosa si nasconda tra le righe delle affermazioni di Gratteri, sembra ormai diventato lo sport nazionale. E da questo punto di vista, Gratteri non delude, anche perché, tra la presentazione di un libro e le conferenze stampa di rito, le esternazioni del Procuratore non mancano mai. Occasioni ghiotte, soprattutto per quei retroscenisti che di mestiere godono nel vedere i politici e gli uomini di potere di questa regione affogare nell’angoscia di essere travolti in scenari catastrofici.

Il procuratore di Catanzaro, tra l’altro, non ha mai nascosto l’obiettivo e l’esigenza di un repulisti generale in Calabria per contrastare la corruzione, il voto di scambio, le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle istituzioni. Da questo punto di vista, è nota la sua affermazione di sentirsi in guerra sul fronte del contrasto alla ndrangheta e il malaffare. Uno tale contesto dunque, alimenta e conferma le paure di coloro che sono convinti che una bomba giudiziaria di proporzioni storiche stia per abbattersi trasversalmente sulla classe politica e sulla burocrazia calabrese. La bomba giudiziaria, almeno secondo il pourparler, non dovrebbe risparmiare nessuno e potrebbe colpire anche alcuni grossi enti locali della regione. Un mega blitz destinato a stravolgere radicalmente lo scenario politico calabrese.

E, infatti, l’aria che si respira è pesante e rende precarie anche scelte che sembrano assodate. E d’altronde, la grana caduta tra capo e collo su Oliverio e il suo entourage, ha prodotto e alimentato ancor di più uno stato di inquietudine e di tensione che si taglia con il coltello. Un mese fa, Oliverio e Adamo, sventolando la richiesta di decine di sindaci calabresi annunciavano al “mondo” la ricandidatura del Governatore: in pochi giorni è cambiato tutto, non solo quella ipotesi è sempre più lontana, ma è a rischio anche la possibilità di arrivare a fine legislatura.

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1 COMMENT

  1. Quando “spelacchio” fa più notizia del Super Blitz di Gratteri

    Ma quale cazzo di libertà di stampa!!! Possiamo definire “libertà” quell’opera di mistificazione, di omissione e di killeraggio mediatico messa in campo da pennivendoli al soldo, da oscuri giornali finanziati con soldi pubblici… (con i nostri soldi), asserviti agli interessi particolari dei gruppi di potere? La libertà contempla la verità, in assenza della quale la tanto decantata democrazia trasfigura in regime. L’informazione è il pilastro della democrazia, e quando questa perde la sua autonomia e i suoi valori etico-deontologici, si precipita nel relativismo.
    La domanda è questa! Come possiamo pretendere che i cittadini siano onesti e consapevoli quando ai vertici del potere ci sono persone che non conoscono nemmeno l’ABC del significato di libertà, di bene comune e di stato di diritto, ma trasfigurano la loro professione di tutori della verità, in quella di mercenari ?
    La libertà prende forma e sostanza quando la verità si fa dovere morale, servizio, dove tutto verte alla trasparenza, alla solidarietà e alla salute pubblica. È del tutto fuori luogo affermare il “diritto alla libertà di stampa”, quando sappiamo bene che è tutto un grande imbroglio, un colossale business consumato sulla pelle della comunità a beneficio del Sistema Padrone e dei suoi infami scagnozzi… quando la cariola del padre di Di Maio e Spelacchio hanno tenuto banco sui giornai per mesi, mentre il super-Blitz di Gratteri non è stata notizia di alcun rilievo. Io a questa “libertà di stampa” metterei le manette, e butterei la chiave.

    Gianni Tirelli

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