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martedì, Dicembre 3, 2024

Il Cammino di Dante per l’Unità d’Italia. Il Libro di Caterina Misitano

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Caterina Misitano autrice del libro “Il cammino di Dante” Luigi Pellegrini Editore

Grande successo per la presentazione del Libro di Caterina Misitano “Il Cammino di Dante”, edito dalla Luigi Pellegrini Edizioni. In una bella mattina di sole dove il Tricolore sventolava a significare l’Unità d’Italia a Rose, nella Sala del Consiglio Comunale è stato presentato il primo libro italiano dall’alba delle Celebrazioni Ufficiali dei 150 anni dell’ Unitá d’Italia tenutesi a Roma presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma – Chiesa dello Stato il giorno 17 marzo 2011 (vedi le FOTO).
Una presentazione colma tanto di emozioni quanto di giovani attenti a non deludere una giornata speciale organizzata con dovizia di particolari perché le persone fossero, insieme alle parole di Dande e ai valori dell’italianità e di una cultura autenticamente cristiana, il centro di ogni cosa.

La sala Consiliare gremita. “Il Libro di Caterina Misitano è una vera novità – dice l’editore Walter Pellegrini – perché entra nelle librerie per semplificare e rendere accessibile a tutti i ragazzi uno dei più importanti autori mai vissuti. Il libro Caterina Misitano si presenta, dunque, ricco di un importante valore semplificativo che rende immediato e accessibile uno dei più grandi capolavori letterari della storia”.
A coordinare i lavori l’Assessore alla Pubblica Istruzione Roberto Barbieri che ha lasciato dare il benvenuto al Baby Sindaco Erica Serravalle meritevole, a nostro parere, di pronunciare il suo discorso di saluto alla Camera dei Deputati.
Dopo le parole pronunciate solo due giorni prima a Roma dal Cardinale Angelo Bagnasco e del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, il primo Cittadino Baby ha saputo per davvero emozionare tutti  i presenti e infondere in essi il senso del valore dell’italianità. Abbiamo pensato  di proporlo integralmente.

“La voce del Baby sindaco  e la “Giunta dei lettori”: Sono Erika Serravalle, alunna della scuola L. Docimo di Rose. Frequento la II A. Sono stata democraticamente eletta lo scorso anno nell’ambito del Progetto legalità dal Consiglio Comunale dei ragazzi, condiviso con l’amministrazione locale. In occasione di questo evento così importante nel periodo storico presente, ho convocato tutta la giunta che mi onoro di rappresentare in qualità de il “Giornale dei Lettori”. Per noi, però niente Inferno, solo il Paradiso del leggere. Spesso la lettura di un libro come questo diventa strumento di promozione umana, civile, democratica delle generazioni avanzanti; c’è nel poema dantesco un severo insegnamento morale, frasi che ammoniscono, ricordano che alla colpa segue il castigo, la pena per analogia o per contrappasso. La giustizia divina trova posto sulla porta infernale con su scritto: “Perdete ogni speranza o voi che entrate”. Il libro trasmette valori civili e cristiani; è arrivato in classe nel momento in cui il programma di letteratura era al suo apice. Lo studio di Dante e del suo capolavoro: la Divina Commedia – L’Inferno soprattutto. Metaforicamente infernali sembravano le terzine da memorizzare, parafrasare, da comprendere tra allegorie , didascalie, similitudini e altre figure retoriche. Ed ecco un piccolo libro, dipanare dubbi e incertezze, ricostruire la trama narrativa attraverso il racconto chiaro e comprensibile assolutamente fedele ai versi e alla struttura del poema. Leggendo ci siamo sentiti migliori. Si è rinforzata la nostra individualità, la nostra identità nazionale, riempiendo di senso patriottico e di significato civile la preparazione di questa manifestazione, proiettandola nel processo di unificazione storica da poco celebrata. Un libro ci ha uniti oggi, più che mai ci sentiamo Italiani, proviamo l’orgoglio di sentirci fratelli, figli del Padre della nostra letteratura: Dante. Come alunna, come giovanissima garante esemplare della buona volontà di tutti i ragazzi della scuola mi domando: “cosa si può chiedere di più ad un libro? E al suo autore? E al suo Editore?”.
Le corde di un violino attraversano l’aria. Mentre leggo quel violino è il mio. E la violinista sono io che sogno, una Patria unita anche dalla lingua, dalla cultura, dalla lettura e dalla musica. Grazie. Il Baby Sindaco”

Dopo queste parole letteralmente sommerse da un pieno di applausi è stata la stessa Autrice  Caterina Misitano a parlarci di un Dante attuale e critico. Dante, infatti, a centinaia di anni propone una struttura di pensiero moderna che fa nascere in noi una esigenza di giustizia e di verità che emerge, ad esempio, dalla condanna di coloro i quali nella Divina Commedia pagano per il loro disimpegno e per l’avidità. L’autrice evidenzia dunque l’attualità della lingua di dante, del quadro societario che sembra essere quello di oggi, in ogni suo dettaglio, così come la visione di dante nei confronti di coloro i quali sono lontani dal cristianesimo. Infatti, afferma l’autrice de “Il cammino di Dante” è importante soffermarsi sul modo in cui Dante condanna i dediti ai facili costumi. Dante, afferma in conclusione Caterina Misitano, è “Italia” perché ha usato il linguaggio del popolo e per questo oggi è strumento e simbolo d’italianità. Dante, conclude l’autrice, si può considerare il padre del Made in Italy.

Ha concluso il Sindaco di Rose Stefano Leone non prima di avere offerto la possibilità a tutte le istituzioni di salutare gli ospiti. Tra le Istituzioni intervenute Luisa Gatto (Assessore alla Cultura), Teresa Mancini (Dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale “Docimo” di Rose), Maria Luisa Capparelli( Referente della Biblioteca).

Abbiamo pensato inoltre che il modo migliore per esprimere di questa particolare giornata il valore che si è dato al libro, fosse quello di riportare anche in questo caso integralmente un’altra relazione, quella della professoressa Maria Cucunato Santelli referente progetto lettura  e Docente Istituto Comprensivo Statale “L. Docimo” di Rose.

“…I libri: questi “silenziosi educatori del pensiero”, come dice Petrarca, questi “urlatori di senso” (Kafka), “espressione di vita con le ali” (Coelho), generosi tessitori di umanità. Forse i doni di un libro si trovano in ciò che ci permettono di essere, di diventare, di sperare, di immaginare, di costruire, di cambiare soprattutto . Un libro è capace di tante cose anche di sguardi che ti fanno innamorare di quello che sei, di quello che fai per gli altri e per te stessa.

L’incipit: una calda giornata di fine giugno, da poco spento l’eco di un anno faticoso ma come al solito ricco di soddisfazioni. L’animo cerca ristoro nell’otium oraziano, nel piacere della lettura, cosa di meglio? La vetrina di una nota libreria del centro città: un libro corteggia subito e attira l’attenzione. Stampato da Luigi Pellegrini Editore, la prima Casa Editrice sorta in Calabria, a Cleto, nel lontano 1952. Cinquanta anni al servizio della nostra terra, della sua storia, della sua intellighenzia, della sua atavicità. Un’oasi certamente nel dibattito culturale regionale e nazionale ma anche europeo, sappiamo. L’interesse è immediato come la maieutica del pensiero: mettere questo libro in molte mani così da contagiare molte menti e quindi molti giovani. Di lì a pochi mesi il daimon socratico, il pensiero che poi diventa azione avrebbe avuto ragione. Colpisce molto la scelta autonoma e parallela dell’Amministrazione Comunale. E’ evidente la stretta condivisione tra Scuola e territorio di un obiettivo comune: l’educazione alla formazione delle nuove generazioni attraverso la valorizzazione della lettura che darà i suoi frutti nell’arco dell’ intera esistenza. Forte e radicato il piacere del leggere nel nostro Istituto, curato da una dirigente attentissima alle qualità delle offerte formative. Mai, mai progetto è stato affidato alla buona sorte né all’evento estemporaneo tanto meno alla solerzia di qualche docente dotata di buona volontà. Sempre, al contrario, si è guardato al valore, alla classicità, alla modernità della comunicazione testuale, trasformando gli incontri in crescita culturale, umana e civile.

La relazione a questo punto diventa postfazione. “Il Cammino di Dante” di Caterina Misitano. Entrare nell’atmosfera del libro ha significato penetrare nel pensiero narrativo dell’autrice, nella sua esperienza personale e professionale, nella sua formazione classica, nel suo stile comunicativo che ha operato la scelta difficile di un linguaggio chiaro e immediato per dipanare il complesso ordito del poema più avvincente e profetico della nostra letteratura, la Divina Commedia. Il titolo tradisce da subito il senso del lavoro: non il viaggio nel mondo ultraterreno dei tre regni  ma il cammino, la dimensione personale dell’esule itinerante, del pellegrino, soprattutto dell’uomo che usando la prima persona, nella propria individualità ha voluto interpretare il destino e le speranze dell’intera umanità. La narrazione tuttavia nulla toglie al fascino della poesia e dell’epica, il pensiero creativo non risulta affatto anestetizzato dalla sintesi indispensabile alla leggibilità ed alla fruibilità del testo ed all’obiettivo di far avvicinare i ragazzi di tutte le età ad un colossal letterario, il più grande di tutti i tempi, capace di risvegliare le coscienze in senso civico e patriottico. Leggere Dante è sempre un’impresa titanica, nelle sue pieghe teologiche, allegoriche, politiche stregonesche e mistiche è celata la mappa del sapere sia pure in direzione trasfigurante e trascendente. Attraverso il racconto si esemplifica l’universalità del messaggio, la complessità e la completezza della condizione umana. Il destino finale della persona secondo la concezione del cristianesimo aveva portato in Europa. La voce dell’autrice è all’unisono con la tensione evocativa e soggettiva del poeta nel tentativo di raccordare poesia e racconto, estetica ed ermeneutica, conoscenza sensibile ma anche metodologia della spiegazione, della traduzione, dell’ esemplificazione della corretta interpretazione del testo dando quindi ordine, senso e significato ai passi più complessi della Divina Commedia .

Il libro invita le nuove generazioni, spesso sedotte dal canto delle sirene della cultura edonistica e consumistica, a riflettere su un concetto straordinariamente moderno: il valore pieno e tangibile della persona da cui discendono i principi della fedeltà, del perdono, della pietà, della libertà di affrontare e preparare il proprio cammino alla fine del quale poter scegliere e non solo meritare la propria condizione eterna. Ecco perché l’autrice ha fatto bene a scrivere di Dante. Pensiamo ai diritti umani esercitati da un uomo del medioevo appassionato ricercatore dell’umana felicità, di quell’alto disio che egli cercò dapprima nel sapere, poi nel perfetto ordine politico  e infine riuscì a trovare soltanto in Dio. Il testo in classe e nelle classi ha vissuto momenti laboratoriali di lettura e interpretazione scenica. Terzine e narrazione si sono alternate in un gioco dell’intelligenza, della parola scenica, della parola ornata, della parola prestata alla narrazione. Ma il racconto ha tutto in sé una sua poesia, quella poesia che ha il potere di mansuescere e umiliare li crudeli cuori.

Il libro ha dato agli alunni lettori la percezione civica e patriottica del nostro tempo unitario. Non possiamo consegnare Dante al passato perché nella sua opera c’è la visione allargata, profetica del presente, il valore multiforme del pensiero.

Suggeriamo vivamente la Lettura

 

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